Petizione riguardante le condizioni di vita e di integrazione delle persone sottoposte alla legge sull’asilo, intervento per il Gruppo PLR

Porto l’adesione del gruppo PLRT a sostegno del rapporto di minoranza sulla petizione riguardante le condizioni di vita e di integrazione delle persone sottoposte alla Legge sull’asilo stazionate nel nostro Cantone. Inizio sottolineando e ricordando che la dignità umana è il principio alla base di tutti i diritti fondamentali. Diritti anche sanciti nel nostro codice penale. La Svizzera ha ratificato tutte le convenzioni per la tutela dei diritti dell’uomo, tra cui la Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU), lo strumento a cui la Svizzera ha attribuito la maggior importanza.

Il dibattito politico non dovrebbe essere condotto sulla pelle di persone appartenenti a determinate “razze”, etnie, religioni o origini nazionale ma purtroppo in questo contesto non sono inusuali le semplificazioni e le esagerazioni.

La maggioranza della commissione (9 a 8), si trincera e giustifica il rigetto della petizione sostenendo che non è di competenza del legislativo e invita il Gran Consiglio a non entrare nel merito della petizione e a inviarla al Consiglio di Stato in base all’art. 84 cpv. 2 lett. c) della Legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato.

Il rapporto di minoranza chiede/invita e non obbliga il Governo a risolvere e migliorare la situazione, ma di entrare nel merito della petizione e di esaminarla. Come risulta dai documenti presentati dai petenti, oltre alla situazione che esisteva per il bunker di Camorino, chiuso quest’anno, rimangono situazioni di sovraffolamento e altre situazioni di forte disagio, anche di tipo medico e psicologico, di rispetto dei diritti dei fanciulli e delle famiglie.

Noi, abbiamo vissuto una minima esperienza con le restrizioni dovute al Covid, Ma questo sembra non essere chiaro. Siamo stati nelle nostre case, negli uffici con tutti gli agi possibili e immaginabili e abbiamo avuto il coraggio di lamentarci. Stiamo affrontando il disagio sociale che la pandemia ha creato con le restrizioni necessarie e non vogliamo riconoscere che tali conseguenze possano essere vissute anche da chi vive in strutture di accoglienza. Il bunker di Camorino è stato chiuso dopo i vari atti presentati in questo parlamento, dopo ripetute sollecitazioni al DI. Allora perché non legittimare anche le richieste contenute nel rapporto di minoranza?

Abbiamo accolto e concesso il diritto di poter lavorare, alloggi dignitosi, e altri statuti ai profughi Ucraini perché questa guerra ci tocca da vicino, è più tangibile, minaccia la nostra integrità e futuro economico e sociale. Abbiamo paura perché ci separano solo poche migliaia di chilometri.

La guerra è guerra, i profughi sono uguali per ogni guerra, non può esserci un o una rifugiata di serie A e di serie B o peggio, Se le persone rifugiate sono oneste, rispettose delle leggi e non sono persone pericolose o criminali, devono ricevere trattamenti adeguati, soprattutto se le tempistiche si allungano.

Tuttavia, possono essere comprensibili le valutazioni sulle differenze di trattamento, a seconda della nazionalità delle persone che cercano protezione in Svizzera. In effetti, le vittime della guerra in Ucraina sono trattate in modo completamente diverso dalle altre persone rifugiate che sono arrivate finora in Svizzera. Il popolo ucraino è più vicino alla nostra cultura rispetto ad altre popolazioni, però la perplessità è che improvvisamente tutto è possibile.

Allora perché non chiedere al CdS, attraverso un atto politico forte da parte del legislativo, di esaminare quanto esposto dai petenti?

Quello che accade a livello locale influisce sulle possibilità di conseguire in modo efficace l’integrazione e l’inclusione dei rifugiati nella comunità.

Supporto adeguato, motivazione, familiarizzazione con la cultura locale e accettazione del nuovo ambiente sociale possono dar frutto a enormi vantaggi reciproci.

Si spera almeno che la solidarietà che la popolazione svizzera dimostra nei confronti degli ucraini e delle ucraine abbia un impatto positivo su altri rifugiati nel Paese, perché si trovano esattamente nella stessa situazione. Anche loro sono costretti a vivere fuori dal loro Paese. Non dimentichiamo che sono persone vulnerabili, che spesso non hanno avvenire.

Concludendo si chiede di sostenere il rapporto di minoranza come atto politico forte, ritenendo doveroso esaminare le richieste della petizione e concludere con indicazioni chiare a destinazione del Governo sulle soluzioni auspicate.

Per il gruppo PLRT Roberta Passardi

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