Modifica della Legge sull’esercizio delle professioni di fiduciario, intervento per il gruppo PLR

Come noto, la Legge sugli Istituti Finanziari (LisFi) è entrata in vigore a livello federale il 1° gennaio 2020, modificando la disciplina dell’attività dei gestori patrimoniali. 

Di conseguenza il Canton Ticino (con un notevole ritardo) si deve conformare alle normative federali adeguando il testo ticinese alle leggi federali sugli istituti finanziari (LIsFi) e sui servizi finanziari (LSerFi), modificando la Legge sull’esercizio delle professioni di fiduciario (LFid) del 1° dicembre 2009 (modifica oggi in votazione in questo consesso). Quest’ultima resta immutata nella sua importanza per i fiduciari commercialisti e immobiliari e per i loro clienti. L’attività di controllo si concentrerà perciò su due sole categorie professionali e non più su tre; infatti per commercialisti e immobiliari viene mantenuto il regime autorizzativo.

Si puntualizza che, oltre agli adeguamenti dettati dal diritto federale, si è proceduto a modificare alcune norme cantonali in base all’esperienza maturata in questi anni dall’Autorità di vigilanza e sono stati consultati ben 22 attori presenti sulla piazza economica ticinese. 

Le persone consultate, si sono tutte espresse a favore del mantenimento della LFid, tranne un’associazione privata che si occupa esclusivamente di fornire assistenza e consulenza nell’ambito del rispetto della Legge federale relativa alla lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo (LRD). 

Tengo a precisare che la LFid non è meramente ispettiva e non è a carattere protezionistico; essa è efficace ai fini della tutela dal rapporto fiduciario-cliente. La LFid svolge una funzione di ordine preventivo, è una legge di polizia che mira a prevenire il diffondersi di reati tra i quali figurano l’amministrazione infedele, la cattiva gestione, l’omissione della contabilità, ecc.

Il Ministero pubblico la considera uno strumento giuridico prezioso di cui non poter fare a meno nella lotta a questa specifica criminalità.

Si evidenzia che dal 2017 al 31 giugno 2021 sono stati emanati 62 Decreti d’accusa per esercizio abusivo della professione fiduciaria. Di questi solo 12 sono stati opposti, poi confermati dalla Pretura penale per il dibattimento giudiziario e successivamente tutti confermati.

Con gli ampi poteri istruttori (mezzi di indagine) di cui beneficia l’Autorità di vigilanza (Autorità indipendente dall’Amministrazione cantonale: autonoma dal punto di vista finanziario); si autofinanzia attraverso l’incasso di tasse e spese procedurali, multe disciplinari e contravvenzionali), essa ha la possibilità di intervenire incisivamente sia nell’ambito di propri procedimenti (siano essi amministrativi o penali) sia in cooperazione con altre autorità e uffici cantonali. In questo senso negli ultimi anni sono stati intensificate le collaborazioni con la magistratura inquirente, l’Autorità fiscale, l’Ispettorato del lavoro e l’Ufficio del registro di commercio per una sinergia proficua in termini di risultati.

Nel caso concreto, le conseguenze di coloro che si rendono colpevoli di esercizio abusivo per le professioni di commercialista e immobiliare, oltre a essere passibili di tale reato contravvenzionale, spesso sono coinvolti anche in altri reati codificati nel codice penale (legati alla violazione della corretta contabilità, alle responsabilità in qualità di organo societario, o per false attestazioni al notaio, ecc.); così come toccati da procedimenti di natura civilistica, fiscale e concernenti le assicurazioni sociali.

Esempio di abusivo nel campo commercialistico

Spesso è soprattutto nell’assumere il ruolo di amministratore o gerente di società che questi non si rendono conto dei rischi intrinsechi della funzione e delle responsabilità assunte in capo alle diverse autorità e uffici interessati, solo per accontentarsi di ricevere (quando riescono) una modica cifra mensile. E si vedono poi imputati di reati molto gravi che variano dalla truffa fino al riciclaggio di denaro.

Esempio di abusivismo nel campo immobiliare

Nell’ambito immobiliare vi è una serie di rischi correlati con una transazione immobiliare, non esclusi dal mero intervento di un notaio, come già statuito in sede giudiziaria, poiché i campi di attività del fiduciario e del notaio non si confondono, ma coesistono e rafforzano la tutela della clientela. Inoltre il notaio non è sempre necessariamente coinvolto nella consulenza e nei servizi professionali erogati dal fiduciario (quali ad esempio la locazione di immobili, l’amministrazione condominiale e la promozione immobiliare).

Senza un’attività di controllo e di vigilanza sulle attività fiduciarie ad appannaggio della LFid si indebolirebbe il settore professionale terziario. Di più, scardinare quanto di buono fatto fin d’ora, in relazione a una legge in vigore da quasi quarant’anni, non è ragionevole.

Grazie alla LFid, l’Autorità di Vigilanza funge da iniziale filtro perseguendo gli abusivi specificatamente nel ramo commercialistico e immobiliare. Così facendo si consente di reprimere e prevenire la commissione di reati finanziari (e il diffondersi di questi), eliminando il problema alla radice e assurgendo così a un ruolo strategico e di prevenzione.

La LFid è stata avvallata dal Tribunale federale (sentenza STF inc. n. 2C_204/2010 del 24 novembre 2011), in particolar modo in relazione alla possibilità di legiferare per il Cantone e dell’interesse pubblico insito in tale normativa, il quale giustifica di far dipendere l’esercizio di una simile attività dall’adempimento di una serie di condizioni personali volte a garantire la qualità del servizio offerto e di adottare misure di polizia a tutela del pubblico e del cittadino in generale. Ergo, dichiarandola costituzionale, compatibile con i principi costituzionali e con le altre normative federali in vigore.

In conclusione; con il rapporto al messaggio 7753, si propone di abrogare il regime autorizzativo per i fiduciari finanziari, visto che sono assoggettati “alla vigilanza a livello federale”.

Si chiede invece di conservare (con le modifiche esposte nel rapporto) l’attuale legge (LFid) nel perseguire i suoi scopi di protezione dei clienti mantenendo il citato regime per i commercialisti e gli immobiliari (anche in futuro la loro attività deve essere autorizzata).

La volontà legislativa (e degli attori, concretamente operativi sul campo) conferma la necessità di una normativa, affinché si mantengano limiti doverosi e opportuni a un’attività a così forte impatto pubblico.

Per il gruppo PLRT – Roberta Passardi

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